A scuola troppa competitività, il 75% degli studenti soffre di stress

A scuola troppa competitività, il 75% degli studenti soffre di stress – Il dibattito sulla natura competitiva del sistema scolastico e il suo impatto sul benessere degli studenti non è certo una novità, ma continua a essere un tema di rilevante attualità, come evidenziato dai risultati del sondaggio “Scuola e benessere: oltre l’ipercompetizione e l’omologazione”, promosso da Unicef e Unisona Live. L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 25.500 studenti, studentesse e docenti da più di 230 istituti, ha avuto luogo il 20 febbraio in un format online, ricevendo il patrocinio del Comune di Milano e del ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il sondaggio si è concentrato sulle scuole secondarie di secondo grado e sull’ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado.

I dati emersi rivelano una chiara preoccupazione per le condizioni psicosociali degli studenti nell’ambiente scolastico, con sentimenti di ansia, desiderio di evasione, sconforto e rabbia che emergono come problematiche diffuse.

Questo quadro di disagio è attribuibile a una complessa intreccio di fattori, che vanno dall’inerzia dei governi di fronte alla necessità di riforme efficaci, alla mancanza di preparazione e empatia da parte di alcuni docenti, dalla pressione esercitata dai genitori alla costante richiesta agli studenti di eccellere per soddisfare le aspettative familiari.

La competizione per il voto più alto, piuttosto che l’apprendimento e lo sviluppo personale, sembra dominare l’esperienza scolastica di molti studenti, generando stress e disagio.

Tuttavia, il sondaggio non si limita a diagnosticare il problema, ma apre anche a una riflessione sulle possibili vie d’uscita da questa spirale negativa, sottolineando l’importanza di promuovere un clima scolastico che valorizzi il benessere degli studenti, la collaborazione e la solidarietà, oltre che la competizione.

In questo contesto, diventa fondamentale la creazione di spazi di dialogo e ascolto all’interno delle scuole, dove studenti e docenti possano confrontarsi apertamente sui temi del benessere psicosociale e lavorare insieme per costruire un ambiente educativo più inclusivo e supportivo.

La ricerca del benessere psicosociale nell’ambiente scolastico dovrebbe diventare un obiettivo prioritario per tutte le parti coinvolte nel processo educativo, al fine di garantire agli studenti un’esperienza di apprendimento che favorisca non solo il loro successo accademico, ma anche il loro sviluppo personale e sociale.

Il sondaggio “Scuola e benessere: oltre l’ipercompetizione e l’omologazione” getta luce su un problema profondamente radicato nel sistema educativo: l’ipercompetizione scolastica. Secondo i dati raccolti, una schiacciante maggioranza, il 75% degli studenti, sperimenta “sempre” o “spesso” livelli elevati di stress attribuibili al contesto scolastico.

Inoltre, quasi la metà degli intervistati si sente inadeguata e insicura a causa dell’eccessiva competitività che, per il 17% degli studenti, ostacola anche l’apprendimento.

Un altro aspetto rilevante evidenziato dal sondaggio è la percezione che il carico di studio eccessivo a casa contribuisca significativamente al livello di stress degli studenti, con metà dei partecipanti che segnalano come un alleggerimento dei compiti potrebbe ridurre la pressione.

Viene anche espressa la richiesta di incrementare le attività extracurricolari e i momenti di aggregazione, suggerendo un desiderio di un’esperienza scolastica più equilibrata e meno focalizzata esclusivamente sui risultati accademici.

Questi dati sottolineano la necessità di ripensare gli approcci valutativi e didattici nel contesto scolastico, spostando l’attenzione dal semplice conseguimento di voti alti a un approccio più olistico che consideri lo sviluppo personale e sociale degli studenti. La valutazione dovrebbe servire come strumento per identificare le aree di miglioramento e i progressi individuali, piuttosto che come mezzo per classificare gli studenti in base alle loro prestazioni.

La proposta di trasformare le classi in “laboratori solidali di confronto” offre una visione promettente per il futuro della scuola. Questo approccio, che privilegia la collaborazione, il sostegno reciproco e lo scambio di idee, può contribuire significativamente alla riduzione dello stress e al miglioramento dell’ambiente di apprendimento.

Creando un clima scolastico in cui gli studenti si sentono liberi di esprimersi, di fare errori e di imparare gli uni dagli altri, si promuove una cultura dell’apprendimento basata sulla curiosità, sulla scoperta e sul rispetto reciproco.

In definitiva, la scuola dovrebbe mirare a formare individui equilibrati, critici e consapevoli, capaci di navigare con successo nel mondo complesso in cui viviamo. Rivedere le priorità educative, valorizzare le differenze e incoraggiare il senso di comunità tra gli studenti potrebbe essere la chiave per superare l’ipercompetizione e costruire un sistema scolastico più inclusivo, stimolante e umano.