Come Diventare Psicologo, gli studi, il percorso formativo e consigli utili

In molti si approcciano allo studio della psicologia perché in possesso di un carattere improntato all’empatia e all’ascolto. Si tratta di due qualità certo adatte all’ambito della psicologia, ma da completare necessariamente con una buona disciplina e costanza. Di fatto l’iter formativo per esercitare da psicologo dura circa 6-7 anni, dato che conta molti passaggi al suo interno. Il primo degli step prevede naturalmente la frequentazione dell’università per conseguire una laurea, e a tal riguardo gli studenti interessati a questo percorso hanno diverse possibilità di fronte a loro: vi è un gran numero di facoltà di psicologia in Italia, e tra di esse vi sono anche quelle delle Università Telematiche.

Lo psicologo in breve: chi è e cosa fa

Prima di addentrarci nella trafila accademica che porta a lavorare come psicologo, vediamo in cosa consiste questa professione. Gli psicologi aiutano i loro pazienti a migliorare la propria qualità di vita, utilizzando strumenti volti alla prevenzione, alla diagnosi e alla riabilitazione. In generale lo psicologo lavora all’interno di studi, aziende private od ospedali pubblici, ma può anche impiegarsi con successo in altri ambiti, come il marketing o le risorse umane.

Il primo step: la laurea triennale

Per diventare psicologi si parte da un corso di laurea triennale. Per potervi accedere, tuttavia, bisognerà probabilmente sostenere un test d’ingresso a numero chiuso, come è d’uso nella maggior parte delle facoltà tradizionali con Psicologia. Chi invece vuole mettersi immediatamente alla prova con lo studio, potrà indirizzarsi verso le facoltà telematiche, le quali prevedono tutt’al più delle verifiche orientative volte a sondare le conoscenze dei candidati.

Una volta sostenuta la prova, che sia orientativa oppure ostativa, si accederà di diritto alla triennale in psicologia. Sebbene esistano molti indirizzi di laurea, con differenti specifiche al loro interno, questi presentano comunque una base comune di materie fondamentali, come Psicologia generale, Psicologia dello sviluppo, Psicologia sociale, Psicologia clinica e tante altre.

La magistrale

Accanto agli insegnamenti teorici della triennale, il futuro psicologo acquisirà anche delle competenze tecniche attraverso esperienze operative, consolidandole poi all’interno di una magistrale. Per diventare psicologi sarà necessario orientarsi verso una magistrale LM-51 o una specialistica appartenente alla classe 58/S. Per coloro che si chiedano dove intraprendere il percorso triennale e magistrale, ricordiamo che dipende in parte dalla propria forma mentis. Se si è in grado di strutturare agevolmente lo studio in autonomia, una buona idea è quella di iscriversi a una delle Università Telematiche, le quali prevedono la comoda modalità di apprendimento a distanza. In caso contrario, sarà meglio indirizzarsi verso una strada più convenzionale. 

Dopo la laurea: il tirocinio

Una volta ottenuta la laurea magistrale, per lavorare come psicologo sarà necessario effettuare un tirocinio di un anno con attività teoriche e applicative, tutte finalizzate all’acquisizione di competenze in due di queste aree:

  • psicologia generale
  • psicologia dello sviluppo
  • psicologia clinica
  • psicologia sociale

Dove si svolge il tirocinio? In Dipartimenti e Istituti di Discipline Psicologiche delle Università, in aziende oppure in enti pubblici e privati. L’aspirante psicologo può anche scegliere di suddividere equamente il tirocinio presso due enti diversi.

L’esame di stato e l’iscrizione all’Albo

Grazie all’attestato di avvenuto tirocinio si avrà modo di sostenere l’esame di stato per diventare psicologi, il quale è formato da tre prove scritte e una orale. Se superato, l’esame consentirà di iscriversi alla sezione A dell’Albo. L’insieme degli psicologi iscritti all’Albo forma il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, il quale è suddiviso in altrettanti ordini regionali (e provinciali per quanto riguarda Trento e Bolzano). Di fatto la domanda di iscrizione va inoltrata specificamente all’Ordine della regione in cui si è residenti oppure domiciliati.

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