Decreto scuola 2020, per i sindacati c’è il rischio di blocco da parte della Ragioneria di Stato

Il decreto scuola 2020 è il provvedimento al vaglio del governo che contiene molteplici provvedimenti per la scuola italia, provvedimenti anche in materia di assunzioni di docenti e personale ata, un decreto che riveste una grande importanza anche per le ricadute occupazionali nel mondo della scuola.

I sindacati hanno evidenziato che al momento il decreto scuola 2020 è al vaglio anche della ragioneria dello stato che ha il compito di analizzare il decreto scuola sotto il profilo economico e dei fondi necessari per poter essere attuato.

Secondo i sindacati infatti alcuni provvedimenti inclusi nel decreto scuola 2020 potrebbero essere modificati o eliminati, ecco il comunicato della FLC CGIL in merito:

Roma, 1 dicembre – Lunedì 2 dicembre partirà l’iter di conversione in legge del Decreto Scuola e Ricerca (DL 126/2019). Dal Parlamento arriva la notizia che la Ragioneria Generale dello Stato avrebbe espresso parere negativo su alcuni emendamenti riguardanti la scuola e la ricerca già discussi e approvati dalle Commissioni Lavoro e Cultura.
Non vorremmo che si facessero rilievi infondati e basati su argomentazioni giuridicamente astratte e avulse dalla situazione concreta o, peggio ancora, si assumessero posizioni pregiudiziali e di natura politica. Sarebbe molto grave se a seguito di questi rilievi il MEF assumesse posizioni di natura eminentemente politica su ambiti che non sono di sua stretta pertinenza.
La Ragioneria porti in trasparenza tali rilievi supportandoli con dati e riferimenti normativi. Occorre una discussione aperta e informata svolta nelle sedi opportune, per evitare che la tecnocrazia superi le prerogative parlamentari.

Il Decreto Scuola e Ricerca è un provvedimento molto atteso anche per la portata “storica” di alcune misure sul precariato in esso contenute.Il sindacato resta dunque in allarme per quanto sta accadendo in queste ore in Parlamento e chiede che la conversione in legge mantenga l’impegno preso verso i diritti e le aspirazioni delle migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti.

Leave a Reply