NoiPa, in arrivo il Bonus mamme in Busta Paga, Date e Novità

NoiPa, in arrivo il Bonus mamme in Busta Paga, Date e Novità – Nel contesto del pubblico impiego, vi è una notevole attesa per l’erogazione del cosiddetto “bonus mamma” all’interno della retribuzione mensile, una misura di esonero contributivo totale, limitato però a un massimo di 3.000 euro annui, introdotta dal governo guidato da Giorgia Meloni. Questo beneficio è destinato alle lavoratrici madri assunte con contratto a tempo indeterminato, che abbiano almeno due figli, di cui uno di età inferiore ai 10 anni, o almeno tre figli con uno minorenne, promuovendo così un sostegno diretto alla maternità nel mondo del lavoro.

Nonostante le linee guida fornite dall’INPS attraverso la circolare n. 27 del 31 gennaio, che estendono l’applicabilità del bonus anche alle dipendenti del settore pubblico, permangono incertezze su come queste ultime debbano comunicare ai propri datori di lavoro l’adempimento dei requisiti per accedere a tale agevolazione.

Inoltre, al momento, non è stata fornita alcuna indicazione temporale, nemmeno approssimativa, su quando verrà attuata questa misura per le impiegate pubbliche da parte di NoiPA, il sistema di gestione delle paghe del pubblico impiego.

Il bonus mamma si configura allo stesso modo per lavoratrici sia del settore pubblico che privato, consistendo in uno sgravio contributivo totale fino a un massimo di 3.000 euro all’anno. Le condizioni per accedere a questo vantaggio includono:

  • Avere due figli, di cui almeno uno minore di 10 anni, situazione che consente di beneficiare dello sgravio per l’anno 2024.
  • Avere almeno tre figli, con almeno uno minorenne, condizione che rende lo sgravio applicabile per il periodo 2024-2026.

La differenza sostanziale tra i due settori lavorativi risiede nell’impatto del bonus sulla busta paga. Nel pubblico impiego, l’aliquota contributiva a carico della lavoratrice tende ad essere inferiore rispetto a quella del settore privato (8,80% contro 9,19%), il che comporta variazioni sul beneficio economico effettivo derivante dall’esonero contributivo.

La procedura per richiedere il bonus mamma, introdotto dal governo per supportare le lavoratrici madri, non differisce tra il settore pubblico e privato, come delineato dalla circolare Inps n. 27/2024. Questa prevede che le lavoratrici, indipendentemente dal settore di impiego, possano volontariamente comunicare al proprio datore di lavoro l’intenzione di usufruire dell’esonero contributivo, fornendo i codici fiscali dei propri figli. Questo passaggio è cruciale affinché il datore di lavoro possa applicare correttamente l’esonero nella busta paga; in assenza di questa comunicazione, il beneficio potrebbe essere revocato.

Nonostante le indicazioni fornite, molte lavoratrici si trovano in uno stato di incertezza su come e a chi fornire queste informazioni, specie nel settore pubblico, dove non è chiaro se i dati debbano essere comunicati direttamente a Noipa, il sistema di gestione delle paghe del pubblico impiego, o all’amministrazione di appartenenza.

A complicare la situazione, la mancanza di un accordo tra Noipa e l’Inps su come gestire al meglio la procedura di applicazione dello sgravio contributivo.

L’Inps ha tuttavia annunciato l’introduzione di un sistema online dedicato, che permetterà alle lavoratrici di comunicare direttamente all’Istituto i codici fiscali dei propri figli, eliminando la necessità di intermediari. Questo strumento, non ancora disponibile, mira a semplificare l’intero processo, soprattutto per le dipendenti pubbliche.

L’istituto previdenziale comunicherà l’attivazione del servizio non appena questo sarà operativo.

Attualmente, data l’assenza di dettagli ufficiali su procedure e tempistiche, non è possibile prevedere quando il bonus verrà effettivamente applicato nelle buste paga, e il cedolino di marzo sicuramente non includerà questa voce. Tuttavia, l’Inps ha assicurato che, una volta avviata la prima applicazione del bonus, verranno corrisposti anche gli arretrati dovuti, garantendo così il recupero di eventuali somme non percepite inizialmente.