La situazione attuale intorno alla questione delle occupazioni scolastiche in Italia ha preso una svolta critica, soprattutto in seguito alle recenti azioni e dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, appartenente alla Lega, Giuseppe Valditara. La sua proposta di introdurre misure punitive severe, come la bocciatura degli studenti coinvolti in occupazioni delle scuole, ha sollevato un ampio dibattito sulla libertà di espressione e di protesta nel contesto educativo.
L’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Milano, focalizzata sui danni causati durante l’occupazione del liceo Severi Correnti, evidenzia la crescente criminalizzazione del dissenso studentesco. La valutazione dei danni, stimati intorno ai 70 mila euro, è diventata un punto chiave per la narrazione utilizzata dal ministro Valditara a supporto delle sue politiche repressive.
Gli studenti, da parte loro, pur riconoscendo che la protesta potrebbe non essere stata gestita nel modo migliore, denunciano un approccio repressivo e provocatorio da parte delle istituzioni, che mira a isolare e penalizzare chi esprime dissenso. La risposta degli studenti, inclusi vari collettivi cittadini, si è concretizzata in un presidio sociale di fronte alla scuola, come forma di protesta contro quello che percepiscono come un attacco ai loro diritti e alla loro libertà di espressione.
La proposta del ministro di far ricadere la responsabilità civile dei danni e la bocciatura sugli studenti coinvolti, basandosi su una presunzione di colpevolezza da cui si può uscire solo dimostrando la propria estraneità ai fatti, rappresenta una svolta significativa nella gestione del dissenso studentesco, introducendo un principio di responsabilità collettiva che è stato fortemente criticato da sindacati come la Flc Cgil di Milano. Questi ultimi hanno definito le misure proposte come “bullismo istituzionale” e hanno sottolineato l’importanza di mantenere i principi costituzionali che garantiscono la presunzione di innocenza.
La situazione ha anche stimolato la comunità artistica, come dimostra l’opera di Cristina Donati Meyer, che attraverso i suoi murales ha voluto evidenziare la disparità di trattamento riservata ai giovani che protestano rispetto ad altre forme di manifestazione. Questa forma di espressione artistica mira a sollevare consapevolezza sulle contraddizioni di una politica che, da un lato, sembra tollerare certe forme di protesta mentre, dall’altro, adotta misure repressive nei confronti degli studenti.
In sintesi, la situazione attuale riflette una tensione crescente tra le istituzioni e il mondo studentesco, con implicazioni che vanno ben oltre il contesto specifico delle occupazioni scolastiche, toccando temi fondamentali come il diritto alla protesta, la libertà di espressione e il ruolo dell’educazione nella formazione civica e sociale dei giovani.